Capitolo 4: You will never
see the Day light
Cucire era una cosa che Icy adorava fare. Era dopotutto
qualcosa che Alexander le aveva insegnato di persona quando era molto ma molto
piccola. Al tempo si sentiva inutile e un peso per gli altri, dopotutto
Alexander aveva preso loro, orfani o abbandonati dalle proprie famiglie o figli
di membri attivi della società, e si prendeva personalmente cura di loro. Icy era
una delle fortunate che poteva ricordarselo meglio di chiunque altro grazie
alla sua memoria magica. Alexander la trovò a piangere e con un sorriso gentile
e parecchia pazienza iniziò a insegnarle a cucire. Secondo lui era un buon modo
per allenare la mano e la magia, volendo si potevano fare charm, amuleti,
talismani e altre cose se si era bravi, inoltre era utile se non si aveva mana
per riparare vestiti o si era impossibilitati a usare apertamente la magia in
pubblico. Dopo che insegnò loro come cucire, Alexander ricevette da loro un
mantello con su una rosa ricamata a mano.
Già, il mantello con cui lo riconoscevano tutti era qualcosa
su cui tutti avevano lavorato settimane intere. A lui più che gli incantesimi
fusi dentro piacque il gesto e l’affetto di tutti.
Per loro Alexander era il vero leader della BRS, la loro
Black Roses Society, e Roze, chi era ora a capo e in teoria lo era sempre
stato, non avrebbe mai osato dire il contrario. Alexander era infondo il capo
anche per lei.
Icy non ebbe modo di aiutare nel mantello, troppo imbranata
e piccola, così fece un piccolissimo fazzoletto con un bocciolo di rosa, più
semplice da cucire per lei. Alexander lo portava sempre con sé e le regalò un
medaglione a forma di rosa che aveva fatto lui stesso. Quei medaglioni erano
comuni nella BRS, Alexander aveva una passione di tuttofare e adorava creare un
piccolo dono per ogni membro, quello di Icy aveva le sue iniziali incise sopra
e ogni volta che aveva incubi le bastava stringerlo per calmarsi. Quasi se
Alexander fosse ancora con loro a prendersi cura di loro come quando era in
vita.
Quando era in vita Alexander era chi si prendeva cura dei
bambini e degli anziani, specialmente i più piccoli lo ricordavano come
quest’essere grande e buono che dava loro cose buone da mangiare, affetto e
storie che li facevano sognare.
La sua morte fu un colpo durissimo per tutti, anche chi non
aveva realmente ancora capito cosa era successo lo capì in fretta. Roze e
Dalph, per quanto buoni e bravi, non erano Alexander negli occhi dei bambini.
Non erano il loro eroe.
Icy più di tutti sentiva la differenza. Dopo la morte di
Dalph non ebbe chissà quale reazione, dispiacere e sofferenza c’erano ma il
legame non era forte come con Alexander. Dopotutto Alexander amava prendersi
cura di bambini piccoli. Se qualcuno piangeva in un battito di ciglia lo
ritrovavi tra le braccia di Alexander che lo calmava. Per molte mamme era
davvero un dono del cielo che si prendeva cura anche di neonati nel cuore della
notte. Lasciando stare gli adulti, Alexander era un dono dal cielo per chiunque
di loro.
Secondo tutti sarebbe stato un padre eccelso, dopotutto
aveva singolarmente cresciuto più di ottocento orfani e non-orfani. Era davvero
un peccato che nessuno abbia mai avuto il diritto di chiamarlo padre in quella
vita. Icy sperava con tutto il cuore che in futuro, se mai lei fosse rinata,
sarebbe rinata come sua figlia.
Con un padre come Alexander non aveva niente di cui temere
in quel mondo.
Roze era ancora viva e aveva ormai preso il suo ruolo di
capo seriamente. Era ovvio a tutti che presto avrebbe lasciato quella vita
però. Il suo desiderio di ritrovare Dalph e Alexander era comprensibile per
tutti loro.
Icy per prima avrebbe fatto quella scelta fosse stata in lei
ma…
“Fai del tuo meglio”
Alexander non avrebbe sorriso a quei pensieri. Erano ancora
vivi e se vivi dovevano continuare il lavoro da lui iniziato. Questo era ciò
che tutti pensavano.
Per questo Icy aveva preso l’iniziativa e si era lasciata
portare in quel luogo. Qui vi era uno degli ultimi rami rimanenti di quelli che
avevano causato loro la perdita di Alexander.
Persa com’era nei suoi pensieri, non notò il gruppetto che
l’aveva circondata. Beh per essere sinceri, perché una tigre dovrebbe
preoccuparsi di un branco di vermi? Era facile per lei farli fuori quindi era
tranquilla.
-Hey muta- disse un biondo guardandola
Lei lo fissò priva di emozioni come solito. Il fatto che lui
e il loro Dalph avessero un simile colore di capelli era disgustoso. Abbastanza
da portare Icy a chiedersi se dar fuoco a questo idiota fosse una cattiva idea…
-Io sono Jeremy
Icy lo continuò a fissare
-Se non vuoi finire male, ti conviene seguire ciò che dico-
disse lui
Lei lo guardò priva di reazioni come al solito.
Lui sorrise- altrimenti, non vedrai mai la luce del giorno…intesi?
Sono in buoni rapporti con il boss…
Gli occhi di Icy ebbero una strana luce. Un futuro cadavere
era appena apparso nei suoi occhi.
Chiunque vicino al boss era lontano dalla BRS. Chiunque
lontano dalla BRS era nemico. Chiunque nemico era responsabile per la morte di
membri della BRS. Alexander era un membro della BRS morto in mano nemica. I
nemici dovevano morire.
-Non faticherei a farti assegnare alle Camerate servili se
volessi…quindi vedi di ubbidirmi, capito?
Icy si sforzò a non ridere. Oh…un topo si era appena
incastrato nella tana del gatto…ora…come ucciderlo era la domanda?
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