WitchandAngel : Capitolo 24: Into the cellar we go

Capitolo 24: Into the cellar we go




Capitolo 24: Into the cellar we go

Senza esitazione la donna puntò il fucile al macchinario e scaricò l’intero caricatore sul marchingegno. L’affare di metallo esplose e le capsule di vetro si ruppero.
La donna fece ruotare il fucile e lo mise sulla propria schiena prendendo l’ascia dal cadavere. La fece ruotare prima di lanciarla e tranciare le gambe a otto che correvano verso di lei. Alzò una mano e riprese l’ascia.
-Che cazzo…
-Le mie gambe!
-Prendete le armi!
-Dannazione donna!
-Abbassa l’arma e nessuno ti farà male –disse il prete con un fucile puntato
-Lasciate che vi spieghi una cosa…- disse lei avanzando- ho spedito più killer io sottoterra che chiunque di voi.
-Uccidetela! –disse Henry- non serve che sia viva per essere mia.
Lei rise- uccidermi? Che bel gioco di parole…
Un movimento netto dell’ascia tagliò a metà un uomo che aveva provato a sfiorarla. La cosa bloccò tutti i presenti.
-Lascia che spieghi questo gioco vecchio, io non sono nuova a questo rodeo- disse prendendo la rincorsa e togliendo di torno altri cinque uomini. Peccato che tutto il villaggio fosse presente.
Atterrò con agilità vicino a Jonathan e lo guardò- vuoi tornare in vita e aiutare i tuoi fratelli a tornare in vita?
Lui annuì ancora confuso
-Bene –disse lei mettendogli una mano sul petto e dandogli sette anime- fresche di mattinata, dei tipi appena morti. Sette anime per ogni fantasma…sai cosa fare- disse lei porgendogli la sua spada
Jonathan guardò l’arma che l’aveva accompagnato per anni e strinse l’impugnatura prima di cadere a terra in ginocchio mentre il suo corpo tornava ad esistere…il pallore del morto era sparito e quando poggiò una mano sul proprio petto- sono… io sono vivo?
Lei sorrise- non hai anime da prendere?
Jonathan si girò verso i killer e annuì ruotando la spada e saltando giù dalla zona rialzata e decapitando i primi tre che gli capitarono sotto mano. La padrona di casa ricaricò il fucile prima di sparare un colpo e fare un centro perfetto nella fronte di altri quattro. Ruotò il fucile e lo lanciò a Matthew che come il fratello cadde in ginocchio tornando in vita.
-Io…- disse guardandosi le mani
Lei gli lanciò una borsa- il fucile è il tuo, leggermente modificato da me, le pallottole sono lì…non sarai arrugginito spero?
Matthew ricaricò il fucile e prese la mira uccidendo un uomo senza problemi. Sorrise- nessun problema…
L’ascia di Michael venne poggiata davanti a lui dalla padrona di casa. Quando le sette anime arrivarono l’ex-servo si mosse con un fulmine per fare a pezzi gli uomini presenti. Arabelle lo seguì con un paio di pugnali mentre Morgana ricevette il suo arco. Katherine fu quella che venne fatta tornare in vita dopo e senza esitazione tirò un pugnale da lancio alla gola dell’uomo più vicino. George la seguì subito dopo.
Quando tutti furono in vita si strinsero in un abbraccio
-Non può essere! –urlò Henry- spara! Uccidili! Mi servono morti!
Il prete ubbidì e girò il fucile per uccidere Jonathan ma non fece in tempo a raggiungerlo che il proiettile venne bloccato.
I sette si girarono a guardare la padrona che aveva bloccato il proiettile con la propria ascia.
-No no, non puoi uccidermi il ragazzo dopo tutta la fatica fatta per riportarlo in vita… -disse la donna ruotando l’ascia- ci sono volute 49 vite per loro sette…quante vite ho raccolto per gli altri mi chiedo…
-Altri? –chiese Henry- chi diavolo sei?
-La proprietaria di villa Black- disse lei- la donna che conosce i libri sulla resurrezione nascosti nella cantina…qualcuno che ha ragioni personali per comprare quella casa…
-Chi diavolo sei? –ripeté Henry
La padrona di casa sorrise e si mise una mano alla testa prima di rimuovere con un movimento fluido la parrucca che aveva indossato fino ad allora. Dei lunghissimi boccoli neri caddero lunghi fino al sedere della donna. Identica a un’altra donna con occhi verdi e capelli neri…identica a- Helen
-Helen Black- disse la donna- quello è il mio nome…
-Mamma…? –chiesero i fantasmi molto confusi
La padrona di casa sorrise- sono venuta a mandarti all’inferno Henry…


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