WitchandAngel : Capitolo 8: Knife to see you

Capitolo 8: Knife to see you




Capitolo 8: Knife to see you

Era capitato più volte prima dell’intrusione di James che alcune cose fossero…anomale nella casa.
Un primo incidente fu quello di un’ascia che cercò di colpirla quando cercò di aprire la botola esterna.
Un altro fu un vaso di fiori che si sollevò dal tavolino, l’acqua all’interno e i fiori vennero tolti e galleggiavano in aria e il vaso venne poi lanciato contro la donna che lo afferrò al volo senza fatica e ripulì l’acqua che era caduta a terra senza nemmeno battere ciglio.
Altri incidenti furono per esempio quando camminava per i corridoio e sentiva bambini ridere e correre intorno dietro di lei. La reazione della donna era sempre quella di fingere di non averli sentiti e continuare il suo lavoro.
Quando si lavava spesso trovava sullo specchio delle scritte e un’impronta di mano maschile.
Oggetti continuavano a venir spostati, rotti o lanciati.
Se scendeva le scale delle volte poteva sentire un gocciolio continuo e poteva vedere piccole pozze di sangue sui gradini. La reazione della donna era ripulire tutto e non farci troppo caso.
Più gli incidenti salivano di intensità meno la ragazza ci faceva caso.
Le luci che traballavano non le facevano effetto.
Il candelabro che le era quasi caduto in testa non le aveva fatto nemmeno né caldo né freddo. Si era solo messa con una scala e l’aveva rimosso, riparato il sistema elettrico e rinforzato i sostegni aveva poi rimesso il candelabro riparato al suo posto e continuato a lavorare come se nulla fosse.
Ad essere onesti, i fantasmi iniziavano ad essere frustrati dalla cosa.
Era la prima umana che non urlava di paura.
Era nel soggiorno quando i fantasmi si resero conto che la donna non era facilmente spaventabile.
Un vento freddo passò per il soggiorno mentre la donna stava per uscire e le luci iniziarono a fare i capricci. Accese e spente, accese e spente. Il continuo rumore che facevano, quel piccolo “tic”, e il rumore della corrente, era stranamente assordante in quel momento. Abbastanza da causare una smorfia nella donna che ancora non si girò verso la stanza. Per questo poteva solo vedere il riflesso nella cornice di oro del quadro accanto a sé. Poteva vedere la figura di una donna gracile con un coltello in mano e anche quando lei lanciò il coltello verso la ragazza essa non si mosse. Si limitò a guardare il coltello infilarsi nel battente della porta e tagliarle una ciocca di un paio di cm. Nonostante ciò nemmeno un singolo verso venne sentito da lei.
Si sentì il campanello e solo allora si mosse, togliendo il coltello dalla porta e uscendo come se nulla fosse per rispondere.
-Si? –chiese aprendo
-Sono James, qui con…i materiali- disse lui notando il coltello- …
-Stavo per farmi un panino –replicò lei- puoi lasciare i materiali nell’ingresso
James annuì iniziando a sollevare parecchi scatoloni e portandoli nella casa.
La donna guardò il coltello e lo riportò in cucina, lasciandolo cadere nel lavandino e ignorandolo dopo di ciò.
-Quindi…vivi da sola? –chiese James
Lei lo guardò e annuì- si
-Nessun…fidanzato o amico o…parente? –chiese lui
-Problemi? –chiese la donna
-No solo…                    
-Solo?
-Vivere da sola per una donna è pericoloso- disse l’uomo
-Pericoloso…
-Non sai mai…un uomo potrebbe entrare in casa e farti del male- disse James
La donna sorrise- credo di sapermela cavare…non sono gracile come sembro
Poco sapeva che un paio di giorni dopo avrebbe scoperto che quella gracile donna sapeva difendersi molto bene…


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