WitchandAngel : Capitolo 13: I'm no God, but I'll be as annoying as one for our enemies

Capitolo 13: I'm no God, but I'll be as annoying as one for our enemies

Capitolo 13: I’m No God, but I’ll be as annoying as one for our enemies

Alexander non aveva mai paura di nulla. Questa era la sola verità.
Serviva una distrazione mentre la BRS si occupava di iniziare i preparativi per una battaglia, un battaglia in cui Dalph avrebbe finalmente accettato che era infatti geloso di Alexander.
Alexander decise di prendere il ruolo per distrarre tutti e uccidere già che c’era un nobile rompicoglioni che voleva fare fuori, uno dei parenti di Arabelle, che era diventato un grande sostenitore della lotta contro la BRS. Lo stronzo meritava la morte quindi perché non farlo?
Senza paura o nascondersi salì le scale della cittadella dove si trovavano. Era pieno di gente e sapeva benissimo che vi era infatti un cecchino su uno dei tetti oltre che a molti soldati pronti per farlo fuori…peccato che non giocassero contro un mortale.
Appena la popolazione vide Alexander, avvolto nella sua divisa bianca con cappuccio tirato sul viso, divisa che mostrava solo quanto in forma fosse il ragazzo e che possedeva un mantello che gli dava quasi un’aria regale dietro di sé, si spostò subito di lato dandogli modo di passare e chinando il capo con rispetto.
Per la popolazione BRS era meglio che il sovrano maniaco che avevano dopotutto.
Il passo di Alexander era tranquillo, né veloce né lento, e il cecchino ebbe modo di puntare la sua arma, solo per venir strangolato a morte da un ramo di rosa uscito dal nulla e che prese controllo dell’arma.
Alexander non aveva poteri, ma non era stato al fianco dell’essere che aveva creato le rose per tutto quel tempo senza ottenere qualcosa in cambio, quel qualcosa era una relazione di mutuo beneficio e un corpo al di sopra dell’umano.
Un soldato provò a fermare Alexander seguito da un secondo ma finirono solo per cadere a terra sotto le frecce della rosa. Alexander continuò senza problemi ad avanzare attraverso il mare di uomini della chiesa che anche se provarono a resistere, furono forzati a spostarsi di lato. Intorno ad Alexander c’era un’aria di morte dopotutto.
Due soldati vennero fermati da Alexander con una lama alla gola, cosa che fece girare una delle guardie verso di lui, ma le lame che Alexander lanciò fecero fuori i due soldati che stavano provando ad avvicinarsi.
Alexander stette fermo mentre otto soldati armati di lancia lo accerchiarono. Purtroppo per loro dal nulla otto frecce vennero lanciate e solo cadaveri rimasero intorno ad Alexander. L’ultimo in piedi di quelli intorno ad Alexander provò a rimanere in piedi ma venne spinto da Alexander finendo come cadavere a terra.
Il nobile nella carrozza fu terrorizzato e diede l’ordine ai due soldati a cavallo di attaccare Alexander.
Il primo spronò il cavallo al galoppo, con l’intenzione di colpire Alexander mentre era a cavallo. Il risultato fu che Alexander ruotò la spada e quando il cavallo fu vicino usò la spada per far cascare il cavallo e mandò alla morte il cavaliere con un’orrenda caduta. Saltò mentre il cavallo del primo cadeva e sgozzò al volo il secondo cavaliere. Quando atterrò ambedue i soldati giacevano a terra morti.
Altri soldati si fecero avanti ma fu un bagno di sangue. Senza timori Alexander capovolse la carrozza con un calcio e tirò su per il collo il nobile.
-P…Perché mi fai questo!?
Alexander sorrise ma non lo degnò di una risposta, limitandosi ad ucciderlo sul posto e controllare il cielo. Solo allora decise di sparire nella folla che correva ovunque e dirigersi al campo di battaglia.
Quando arrivò poté vedere che la battaglia non stava andando benissimo. Senza difficoltà saltò nel campo di battaglia, facendo perdere tre anni di vita a ogni soldato presente, e avanzò verso la zona di combattimento.
Un soldato provò a fermarlo- comandante non…
Ma Alexander non diede lui retta, prese la rincorsa, saltò su un cavallo nero che uno dei soldati stava faticando a tenere sotto controllo e saltò il muro di legno protettivo del campo, iniziando a correre nel campo di battaglia con il cavallo, evitando le primitive bombe e mine che erano state recentemente create in quel periodo. I fucili erano anche una bazzecola per un uomo come lui da evitare.
Quando il cavallo venne colpito, Alexander saltò giù da esso e trovò rifugio dietro un masso. Poteva sentire l’odore di polvere da sparo e il rumore dei proiettili come quello delle frecce. Dopo che i fucili avevano sparato uscì di corsa e senza nemmeno esitare corse contro il plotone armato. I fucili dell’epoca erano così sconvenienti, dovevano mettere prima la polvere da sparo poi i proiettili e il tutto prendeva un paio di minuti buoni per fare un singolo colpo. Troppo lenti per un uomo con la velocità di Alexander che saltò sulla testa di uno dei soldati nemici e si gettò nella mischia.
Afferrò il fucile di uno di quelli che stavano per sparargli, facendolo sparare al terreno e usò l’arma come se fosse una mazza e fece particolarmente buon uso della lama alla punta del fucile. Uccise un bel po’ di soldati in quel modo prima che l’arma si rompesse e scambiasse il fucile con una piccola ascia che si portava dietro. Non ebbe un secondo di esitazione nel continuare a combattere e, presa coscienza di dove fossero le mine, usò le armi del proprio nemico per far saltare in aria la maggior parte dei soldati.
La cosa liberò la vista al generale dei soldati nemici che si trovava a cavallo. Dietro Alexander i suoi uomini stavano ora avanzando con nuova grinta, dopotutto il loro comandante era già in campo e aveva fatto fuori la maggio parte delle prime file. Quando Alexander vide l’uomo non esitò a prendere la rincorsa e saltare su un soldato per farsi leva e prendere il “volo”. Tirò fuori arco e frecce e senza un singolo secondo di esitazione prese il generale nemico alla spalla e lo fece volare giù dal cavallo. L’uomo gli puntò contro la pistola ma il risultato fu una testa in meno e una guerra persa.
La sua uniforme era bianca con decori neri, eppure non vi era una singola goccia di sangue su di sé.
Quando i soldati videro il proprio generale morto e riconobbero chi avevano contro gettarono le proprie armi e iniziarono a correre. Il risultato fu solo Alexander che diede ai propri uomini il segnale di finire il lavoro e nemmeno a dirlo.
Fu una totale vittoria per la BRS.
Non vi era una voce sul fatto che Alexander fosse invincibile per nulla dopotutto.
La sua uniforme era bianca, al contrario di quelle della BRS che erano tutte nere. Ciò era fatto perché voleva che il nemico lo riconoscesse a vista e tremasse di paura per la cosa. Appena qualcuno vedeva la rosa nera sul mantello bianco dell’uomo dagli occhi rossi sapeva infatti che chi stava sfidando era l’unico e indiscusso “Dark King”.


1 commento:

  1. Scene di combattimento palesemente Assassin's Creed... il che è assolutamente fantastico

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