Capitolo 13: Problems
Guardo l’ultimo carico venir messo sul furgone.
-Avevi molta più roba di ciò che credevo- sorride il boss
Io sorrido- già…
Lui mi accarezza la testa- potrei in futuro chiederti di
aiutarci con le tue abilità
-Vuoi usarmi come ladra? –chiedo io
Lui scuote la testa- intendo con qualsiasi cosa, se vuoi
fare qualcosa in futuro, sia la fioraia o la ladra o qualsiasi altro tipo di
lavoro…voglio poterti aiutare a sviluppare le tue abilità…non so se…
Non riesco a non sorridergli- saresti stato un ottimo padre
se ti avessi avuto prima nella mia vita…e sono sicura che lo sarai anche in futuro
Lui sorride- lo spero
-Dahlias?
Mi giro verso chi mi ha chiamato- James…
Lo stalking di questo ragazzo…sono le quattro del mattino…
-Chi sono? –chiede guardando Damon e Josh
-Che ci fai qui? –chiedo io- sono le quattro del mattino
-Ho visto del movimento e…- inizia lui
-Movimento? –chiedo io
-Si…da casa- dice lui di istinto
-Casa? La tua casa è in un quartiere completamente diverso
James- dico io- e non dire il negozio perché il tuo non è qui…mi hai spiata?
-Sono qui per la tua protezione Dahlias- dice lui- quei due
ti stanno costringendo ad andare via vero?
Vero…ma questo non gli dà diritto di spiarmi- da quanto mi
spii!?!
-Non è questo il p…- inizia lui cercando qualcosa nella
tasca di dietro
-Da quanto mi spii? –richiedo io, ignorando Damon e Josh e
il fatto che hanno la mano vicino alle loro pistole
-Da qualche mese…- cede lui- ma non è come…
Io lo guardo inorridita- non sai che significa no?
-Sei solo confusa…so che io e te possiamo essere una
famiglia felice…infondo tu sei sola Dahlias…nessuno ti vorrà mai oltre me- dice
lui
Damon mi tira leggermente indietro- famiglia un corno. Sta
lontano da mia figlia razza di maniaco
-Figlia? I genitori di Dahlias sono morti –afferma lui
tirando fuori la pistola- come te ora…
-James posala- dico io
-Se non posso averti con le buone ti avrò con le cattive-
dice lui
Damon e Josh tirano fuori le loro e gli uomini di Damon
imitano il loro boss ma rimangono fuori vista per James- non hai idea chi hai
di fronte vero moccioso?
-Sono un membro della banda di boss Nicholas…credi davvero
di potermi fare del male? –chiede James quasi ridendo
Damon sorride- e io sono Boss Damon…prendetelo
In un secondo James inizia a correre e alcuni degli uomini
di Damon lo inseguono
-Tutto bene piccola? –mi chiede lui
Io sospiro- mi ha chiesto di uscire una dozzina di volte e
non capisce che significa no…non pensavo…oddio cosa avrà visto…non è entrato in
casa almeno…ma che avrà fatto oltre a spiarmi?
Lui mi poggia una mano sulla spalla- mi occuperò io di lui
Io annuisco…non mi piace questa sensazione
Lui mi sorride- ti piace creare gioielli sì? Pensavo di
creare un laboratorio a casa a dire il vero…ti interesserebbe provarlo?
Sorrido al suo tentativo di distrarmi- molto
-Andiamo a casa su –mi sorride lui lanciando un’occhiata a
Josh.
I miei occhi cadono su uno zaino e prima che possano
fermarmi lo sto aprendo. Una corda, una boccetta di cloroformio…
-Dahlias? –chiede Josh avvicinandosi
-Quel figlio di…- impreca mio padre
-Possiamo andare a casa? –chiedo io alzandomi, non so perché
ma la villa è appena diventata molto più sicura di casa mia…
Lui annuisce- Josh occupati di tutto
-Si boss- dice lui
***
Non sono qui da nemmeno una settimana e già i problemi
sembrano essere una cosa di ogni giorno per me.
Mio padre…non ci credo che lo sto chiamando così…è una brava
persona infondo, beh almeno con i membri della sua famiglia.
Ogni giorno cerca di fare colazione, pranzo e cena con me,
cerca anche di fare un po’ di tempo durante il giorno per me e mi sta
insegnando a sparare come promesso. Parlando di promesse…ha rispettato la mia
richiesta e non solo posso curare le mie piante ma mi ha procurato un
laboratorio professionale per la creazione di gioielli e mi compra volentieri i
materiali per farli. A dirla tutta…credo che ci stia genuinamente provando a
stare con noi.
James non ho idea di che fine abbia fatto e non credo di
curarmene abbastanza per chiederlo sinceramente.
Damon è molto premuroso come padre, non mi chiede nulla ed è
molto aperto su ciò che fa come lavoro, cosa che non credo sia normale. Molto
spesso mi parla della moglie. Sono vent’anni che è morta ma da come ne parla
non sembra averla dimenticata affatto. Porta l’anello in una catenina al collo
e spesso quando è turbato lo vedo giocarci. Mi ha anche parlato di sua figlia.
Era al settimo mese la moglie quando è morta, avevano deciso il nome in
Dahlias, quando ha sentito che io ero chiamata così ha pensato fosse destino
per noi incontrarci. Spesso dice che avrebbe voluto adottare una bambina e che
passava dagli orfanotrofi ma mai trovava il coraggio di entrare. Non se la
sentiva di fare il padre da solo senza sua moglie e non era sicuro che un
bambino avrebbe vissuto felicemente come suo figlio in quel mondo.
Io in cambio gli ho raccontato di me. Quanto ho sofferto in
orfanotrofio, com’ero presa in giro per i colori naturali di occhi e capelli
che ho, che mi sentivo sola, com’era la vita per strada, cosa ho fatto per
l’intero periodo dei miei diciotto anni.
-Diciotto anni- mormora lui sulla sua poltrona mentre io
sono seduta a gambe incrociate sul divano con una cioccolata calda in mano- non
sei mai andata a scuola dunque?
Io scuoto la testa- non sono sicura sull’età sia chiaro
-Per i registri dici? –chiede mio padre
-Ero ovviamente troppo piccola per ricordare, sono stata
portata lì in un cesto, ero malnutrita per parecchi anni e la mia crescita ha
risentito della cosa, inoltre sto ancora crescendo leggermente visto che ho ora
accesso a più cibo di prima e penso di essere diciottenne…ma non lo so, i
registri non sono mai stati fatti nel mio anno e i pochi raccolti erano davvero
vaghi quindi…non ho idea di quanto sia vecchia…
Lui mi guarda dispiaciuto- qualsiasi cosa basta che chiedi
ok? Non ti farò mancare niente
Io sorrido- grazie e…
-NON CI VOGLIO ANDARE! –urla una voce maschile
Guardo mio padre e insieme usciamo per vedere Josh, quella
che presumo sia la moglie di Josh e il figlio litigare
-Derek calmati- prova la donna che noto subito ha gli
orecchini da me creati. La donna è poco più bassa di me, poche curve, capelli e
occhi scuri, pelle leggermente più chiara del marito e ha uno stile giovanile,
tutto sommato direi che ha sui trent’anni massimo. Derek è la fotocopia del
padre e dovrebbe avere tra i quindici anni e i sedici direi
-NO –urla lui
-Derek…- inizia ad arrabbiarsi il padre
-Tutto bene? –chiede mio padre ai due
-Boss- dice Josh- mi spiace…io e Camille stiamo cercando di
far entrare in testa a questo moccioso che deve andare a scuola
-Non mi serve- risponde Derek notandomi- e tu chi sei?
Io indico Damon- sua figlia
Camille mi guarda- sei…davvero simile a Katherine- davvero?
–oh ehm…scusami…io sono Camille, la moglie di Josh
Io annuisco- l’avevo intuito- allo sguardo di confusione di
lei indico i suoi orecchini- mia creazione
Josh sorride- li ho comprati nel suo negozio
Lei si illumina- sono i miei preferiti!
-Se vuoi posso farti qualcosa da abbinare agli orecchini-
dico io tranquilla- papà mi ha comprato abbastanza materiale per farci un
vestito di gioielli e sarei felice di avere un’opinione femminile
-Volentieri! –dice lei illuminandosi
-Sei appena diventata la preferita di mia moglie- ride Josh
-Come mai non vuoi andare a scuola Derek? –chiede mio padre
-Non mi serve a niente ed è uno strazio…- lui guarda me-
vero? Non serve che vado e…
-Se ti aspetti che io dia il mio appoggio a questa
dichiarazione ti sbaglio. Sono cresciuta in un orfanotrofio dove se ti davano
da mangiare era già tanto, quando questo è bruciato sono finita per strada e ti
assicuro che educarmi da sola è stata la cosa più complicata che ho mai fatto.
Vedere chi come te che non apprezza il fatto che ha genitori che vogliono
pagargli un’istruzione mi dà ai nervi. Non hai pensieri su come spendere i
pochi soldi che hai, non hai paura di non riuscire a mangiare oggi se compri un
libro per studiare, non hai paura di dove dormire perché non hai una casa. In
strada un’educazione ti può dare un lavoro, cavolo un lavoro è difficile da
trovare con una laurea, figurati se non hai nemmeno un certificato che sei
andato in qualche diamine di scuola. Chi come me viene da un orfanotrofio
finisce o morto o in un brutto giro. Molte delle ragazze che conosco ora si
vendono per pochi dollari in strada e i ragazzi spacciano o rubano sperando di
vedere un altro giorno e non venir uccisi da qualche drogato. Dovresti essere
grato che tuo padre e tua madre vogliono darti un futuro, c’è chi non ha avuto
questa fortuna e si è arrampicato sugli specchi per sopravvivere.
-Mi spiace… -mormora lui- e solo che odio i miei compagni di
classe…
Io alzo le spalle- a quale anno sei?
-Penultimo- dice lui- l’anno prossimo farò l’ultimo
-Finisci questi due anni, chiudi i rapporti e mandali a quel
paese- sono quasi nove mesi di scuola all’anno. Hai quasi finito questo e
l’anno prossimo finirai del tutto. Poi ti conviene entrare in università
-Ma io…
-Ascolta- dico io- prova un anno di università, la gente non
è così rincoglionita lì come lo è al liceo e soprattutto non dovrai avere a che
fare con nessuno se non vorrai. Specie se i tuoi sono disposti a supportare
questa tua scelta…fallo. Hai la possibilità di rendere i tuoi veramente fieri
di te e di dimostrare a chi ti ha mandato giù che sei superiore di loro
-Sai tua figlia mi piace parecchio- dice Camille
Damon sorride- anche a me
-Quindi tu vorresti andare al liceo? –chiede Derek
-Ormai per me non ha senso andare- dico io- ho un mio
negozio e sono troppo vecchia per inserirmi nel sistema. Mi sarebbe piaciuto
avere una laurea? Sì ma ormai non ho bisogno della cosa. Ho lavorato per anni e
mesi interi sul negozio che ho creato e quello mi basta per sopravvivere.
-Allora? –chiede il padre
-Va bene…finirò il liceo poi…vedremo- dice lui
Josh sorride- per ora mi accontento
-Camille vuoi vedere qualche gioiello già che ci sei?
–chiedo io
Lei si illumina- si!
-Vuoi…- inizia Josh
-Sono sulla casa- dico io- userò tua moglie per qualche
nuovo prodotto e se le sue amiche chiederanno dove li ha comprati può dare il
nome del mio negozio, in cambio lei avrà i gioielli gratis
Camille sorride abbracciandomi- si decisamente ti adoro
-Posso…vederti a lavoro? –chiede Derek
Io sorrido, ignorando lo sguardo stupito del padre- certo
-Da quando tu vuoi vedere qualcuno lavorare? –chiede Josh
-Sta zitto- dice Derek seguendoci
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