Capitolo 28: A Problematic Kingdom
Non era un mistero che Alexandra avesse nemici.
Certo era una gran sovrana ma era anche estremamente
pericolosa.
Vi era un regno, o meglio “Impero” come preferiva farsi
chiamare, che non vedeva Alexandra che come una demone porta sciagure.
Il regno in questione era il regno dove la religione era al
di sopra di ogni potere.
Questo regno era così concentrato sulla religione che la
usavano come scusante per tutto.
È scoppiata una guerra con un altro stato? È perché gli dei
vogliono punire i miscredenti.
È scoppiata un’epidemia? Gli dei stanno uccidendo chi è
impuro.
Sei stato stuprato? Gli dei ti hanno messo alla prova.
Era quel tipo di regno.
Quel tipo che Alexandra non vedeva l’ora di sottomettere e
radere al suolo.
Alexandra era una credente ma della vecchia religione, una
religione ora praticata nelle sue terre e da ogni essere capace di usare magia.
Alexandra era comprensiva e accettava la religione di
chiunque, nessuno aveva a suo parere il diritto di imporre la propria religione
su quella altrui.
Era sbagliato e non vedeva motivo per fare guerra per
quello.
Ciò che non sopportava di quel regno era però lo
sfruttamento che faceva della religione per commettere crimini atroci e pararsi
il deretano davanti ai propri sudditi.
Questo non era accettabile.
Quando ricevette la richiesta di sottomissione fu
entusiasta.
Era noto che quel regno mandasse a ogni nuovo sovrano una
lettera con cui il sovrano aveva trenta giorni massimo per andare in patria e
sottomettersi alla loro religione oppure sarebbero stati “purificati”
Per molti funzionava.
La paura di combattere, specie per i nuovi sovrani, contro
un grosso regno molto potente era sempre presente.
Purtroppo per loro Alexandra non aveva nessunissima paura di
andare in guerra o sottomettersi al nemico.
Alexandra rispose immediatamente alla lettera mandandone una
sua con una frase sola e priva delle solite cortesie che il regno avversario
era ormai abituato a leggere:
“Fate guerra allora”
La notizia si sparse come petrolio sul mare e presto tutti i
regni erano con occhi e orecchie aperte per vedere il risultato.
La verità era però una…
Alexandra non era battibile.
Di fatto vi era una prova sola che doveva superare. Una
pubblica esecuzione.
Il regno aveva la tradizione di far mettere il sovrano su un
palco e lanciare contro di lui oltre mille frecce da arcieri addestrati. Se il
sovrano sopravviveva intatto era una vittoria. Se moriva…beh era un peccatore
punito dal divino.
Neanche a dirlo nessuno era tranquillo per la prova che
Alexandra stava per sostenere.
Purtroppo per loro Alexandra aveva un asso nella manica. Una
carta che finora non aveva usato…
Diana non era l’unica a poter usare la magia e a differenza
della madre…
Lei non avrebbe subito nessunissima conseguenza per le sue
azioni e avrebbe mostrato al mondo che nemmeno questa sorte l’avrebbe
sconfitta, nessuno però poteva immaginare come sarebbe finita quella giornata e
cosa avrebbe scoperto Alexandra…
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