Capitolo 72: Let her go!
Il re dei Demoni sorrise vedendoli entrare nella sua sala
del trono. Aaron, l’imperatore, parecchi soldati, i genitori di Roze, i suoi
amici e…
-Roze…- disse alzandosi con una nuova luce nei suoi occhi
color fuoco. Il re dei demoni era un uomo alto, molto muscoloso, dai lunghi
capelli neri, pelle leggermente abbronzata e in tutta franchezza…somigliava a
Aaron, ma sembrava più psicopatico o almeno completamente instabile
mentalmente- mia adorata…
Aaron si mise davanti a lei come a sottolineare la sua presenza-
sire…
Il sorriso si spense sul re dei Demoni- oh…l’impiccio…ottimo
uomo Lord Aaron Bloodsword…ottimo davvero…peccato che tu serva l’uomo errato e
ora provi a prendere ciò che gli dei hanno creato per me
Roze lo guardò e guardò poi Aaron, perché erano simili? Non
aveva senso…no non ne aveva…
Il re sorrise spostando tutti con la sua magia e
avvicinandola di più con uno schioccò di dita, non la stava toccando ma il
sorriso che aveva le faceva venire i brividi. Si inchinò- io sono il re dei
Demoni, il mio nome è Austin…
No. Non ne aveva
Aaron significava alta montagna, guerriero, portatore di
luce, onorevole…Austin aveva simili significati.
A occhi esterni la cosa poteva sembrare strana, perché importava
l’aspetto e il nome del re dei demoni? Perché nel gioco non vi era un singolo
personaggio identico a un altro. Persino personaggi secondari erano pensati in
maniera unica, anche i gemelli erano simili ma MAI con nomi che portavano lo
stesso significato e avevano almeno uno o due dettagli diversi…
Il gioco non avrebbe mai permesso l’esistenza di due
personaggi simili in nome e aspetto…qualcosa non ricordava? No era certa quello
fosse il re dei demoni…ma…il re dei demoni moriva nel gioco…perché moriva?
Aveva senso. Ogni personaggio morto nel corso del gioco era
stato solo o parte della route, cosa che aveva evitato finora, o un clone di
qualche altro personaggio…non vi erano copie. Mai vi erano state.
-Roze! –urlò Aaron
Prima che lei potesse riprendersi dal suo flusso di pensieri
il re dei Demoni le aveva sfiorato il viso. Quello che sapeva dopo era che lei
era svenuta e Aaron stava urlando. Non poteva sapere che in quel momento il re
dei Demoni stava creando uno schermo dove loro avrebbero visto qualcosa che
nessuno oltre Roze avrebbe dovuto vedere.
***
Uhm…la testa…
-Enjel! –urla la voce di qualcuno- la colazione è pronta!
Cosa…- arrivo…- dico in qualche modo con una voce che non
sentivo da anni…
Apro gli occhi di scatto guardandomi intorno. Camera semi-oscura
coperta da libri, poster di anime, videogame, console e tutte le mie cose…
Tiro giù il piumone e poggio i piedi sul pavimento in legno,
sul mio comodino una copia di Restart, il gioco dove dovevi scegliere tra due
principi, il figlio del primo ministro, o il figlio di un’arci-duca. I volti di
Stephan, Damon, Vincent e Keith sono sulla fodera del gioco così come li ricordavo
con la scritta “Solo uno conquisterà il tuo cuore” sotto il titolo del gioco.
-Enjel! –richiama la voce di…
-Mamma…- lascio cadere il gioco a terra e mi precipito fuori
dalla porta
-Parola mia quella ragazza non si sveglia mai…- mormora lei
di spalle ai fornelli
Faccio le scale due a due e corro sulla soglia della cucina.
Lei si gira verso di me- oh eccoti finalmente, devo chiamarti mezzo milione di
volte per…
Sento le lacrime correre lungo il mio volto e senza pensarci
troppo mi lancio tra le sue braccia e la stringo a me- sei qui…sei con me…mamma…
Lei mi stringe piano- hey, che succede? Hai avuto un brutto
sogno? En…perché piangi…no no, la mamma non è arrabbiata scherzavo…
-Che è successo? –chiede la voce di mio padre entrando e
posando le buste sul tavolo- principessa perché piangi?
-Papà…- mormoro stringendomi a lui
-Deve avere avuto un brutto sogno- dice mia madre
-Shh…papà è qui principessa. Nulla di brutto succederà mai
se papà è qui- sorride lui- allora? Chi è il mostro che devo picchiare? Nessuno
fa piangere la mia principessa!
Io sorrido mentre lui mi asciuga una lacrima- dai che dopo
ti vado a comprare un nuovo gioco…
Mamma sorride- per ora pancake, voglio vedere mangiare tutti
e due
-Ah ma io mangio- ride mio padre
Lei lo guarda- certo…mangi per venti tu
Lui ride passandosi una mano nei capelli neri e la guarda
con i suoi occhi verdi. Senza darle tempo di reagire la cattura tra le sue
braccia e le leva il fermaglio dai capelli noce- Alex!
-Circe amore sciogliti un po’- dice lui incrociando i suoi
occhi verdi nei verde-strega di lei
Lei lo spinge fingendosi arrabbiata- sempre un bambino sei
-Mi ami per questo- le sorride lui
Mamma ha sempre chiamato papà Alex, mentre gli altri usavano
il nome Lucifer, mio padre in cambio la chiama Circe, mentre altri la chiamano
con Angélique o Angy o An o giù di lì. Era il loro modo di sentirsi più vicini.
-Vieni in braccio a papy? –chiede lui guardandomi
-Alex ha ventisei anni- risponde mia madre quasi disperata-
non ne ha cinque…
-E allora? –chiede lui- è sempre la mia bambina!
Io sorrido sedendomi alla sedia a fianco- che ne dite se
oggi andiamo fuori a pranzo tutti insieme?
La paletta di mamma cade per terra- vuoi…uscire?
Io annuisco piano
Lei sorride correndomi a stringere- certo amore. Ovvio che
usciremo tutti insieme
Sorrido guardando papà intrufolarsi nell’abbraccio pure…sono
insieme…siamo insieme…finalmente…
Cosa sto…scordando?
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